La classificazione dei rifiuti con pH estremi
SALVO RENATO CERRUTO*
L.FRANZ**, F.BERGAMINI**, F.LORO**, A.MONTAGNER**, L.PARADISI**, L.TAGLIAPIETRA**
Una questione assai spinosa è quella relativa alla classificazione dei rifiuti con un valore estremo del pH (≤ 2 oppure ≥ 11,5): come, ad esempio, le ceneri pesanti e scorie non contenenti sostanze pericolose (codice CER 190112) prodotte dal trattamento di rifiuti.
Su questa tematica è stato di recente pubblicato un elaborato, sintesi dei lavori del tavolo tecnico istituito dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Veneto, coordinato da ARPA Veneto, con la partecipazione di Tecn.Amb (associazione costituita dai rappresentanti degli Ordini Professionali), del Consiglio Nazionale dei Chimici e dell’Associazione Gestori Rifiuti del Veneto (A.G.R.).
Il testo esordisce con una parte introduttiva generale dedicata alla classificazione di rifiuti, sostanze e preparati pericolosi.
Di seguito, dopo un’approfondita illustrazione della posizione della Commissione Europea in relazione ai preparati pericolosi caratterizzati da pH estremi, nonché dell’ISS sulla classificazione dei rifiuti pericolosi corrosivi e irritanti, viene esposta la proposta operativa dell’ARPA Veneto focalizzando l’attenzione sulla metodica da applicare ai fini della classificazione dei rifiuti con concentrazione di sostanze pericolose inferiore alle concentrazioni limite (CL) che però esibiscono valori di pH estremi.
Il lavoro è di indubbio pregio sotto il profilo tecnico-scientifico sia per la specificità dei temi trattati sia per l’autorevolezza di chi lo ha predisposto.
Del resto occorre considerare che la valutazione delle caratteristiche di pericolo nei rifiuti, presenta talvolta aspetti problematici legati alla complessità ed alla variabilità della matrice. La contestuale evoluzione in ambito europeo delle metodiche analitiche e delle normative tecniche, hanno evidenziato come l’approccio convenzionale basato sulla sola analisi chimica sia sempre subordinato rispetto all’approccio sperimentale attraverso l’uso dei test. Tale approccio si applica anche per le caratteristiche di pericolo “Corrosivo” ed “Irritante”, per le quali sono stati sviluppati dei test in vitro specifici ed applicabili anche ai rifiuti.
La corretta valutazione delle caratteristiche di pericolo ha importanti ricadute nella gestione dei rifiuti, basti pensare agli effetti indotti da una diversa classificazione per i rifiuti avviati al recupero in impianti operanti in regime semplificato o alle implicazioni legate alla miscelazione dei rifiuti.
In considerazione del loro interesse generale, vengono pubblicati sia il lavoro sui pH estremi, sia la nota dell’Istituto Superiore di Sanità datata 19/01/2012 relativa all’applicabilità dei test in vitro ai fini dell’assegnazione della caratteristica di pericolo “irritante”.
* Presidente Associazione Gestori Rifiuti; avvocato in Venezia
** ARPAV – Servizio Rifiuti
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