Giurisprudenza: Giurisprudenza Sentenze per esteso massime |
Categoria: Rifiuti
Numero: 27290 |
Data di udienza: 11 Gennaio 2012
* RIFIUTI – Commercio ambulante – Raccolta e trasporto dei rifiuti – Specifica autorizzazione comunale – Necessità – Assenza dell’autorizzazione – Reato di cui all’art. 256 d.lgs. n. 152/2006 – Configurabilità – Artt. 189, 190, 193, 212, 266, c.5, e 256 d.L.vo n. 152/2006 – Trasporto e recupero di rottami metallici – Commercio itinerante su aree pubbliche – Licenza comunale ed autorizzazione a fini ambientali – Differenza.
Provvedimento: Sentenza
Sezione: 3^
Regione:
Città:
Data di pubblicazione: 10 Luglio 2012
Numero: 27290
Data di udienza: 11 Gennaio 2012
Presidente: Mannino
Estensore: Rosi
Premassima
* RIFIUTI – Commercio ambulante – Raccolta e trasporto dei rifiuti – Specifica autorizzazione comunale – Necessità – Assenza dell’autorizzazione – Reato di cui all’art. 256 d.lgs. n. 152/2006 – Configurabilità – Artt. 189, 190, 193, 212, 266, c.5, e 256 d.L.vo n. 152/2006 – Trasporto e recupero di rottami metallici – Commercio itinerante su aree pubbliche – Licenza comunale ed autorizzazione a fini ambientali – Differenza.
Massima
CORTE DI CASSAZIONE PENALE, Sez. 3^, 10 luglio 2012 (Ud. 11/01/2012), Sentenza n. 27290
RIFIUTI – Commercio ambulante – Raccolta e trasporto dei rifiuti – Specifica autorizzazione comunale – Necessità – Assenza dell’autorizzazione – Reato di cui all’art. 256 d.lgs. n. 152/2006 – Configurabilità – Artt. 189, 190, 193, 212, 266, c.5, e 256 d.L.vo n. 152/2006.
Ai sensi dell’
art. 266 del d.lgs. n. 152 del 2006, le disposizioni di cui agli
articoli 189, 190, 193 e 212 dello stesso decreto, non si applicano alle attività di raccolta e trasporto di rifiuti, effettuate dai soggetti abilitati allo svolgimento delle attività medesime in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio. La materia del commercio ambulante è regolata dall’art. 28 dei D. Lgs. 31.3.1998 n. 114, che impone agli ambulanti di munirsi di una specifica autorizzazione comunale, sulla base della normativa di attuazione, che ogni regione deve emanare entro un anno dalla data di pubblicazione dello stesso decreto. Di conseguenza, l’attività di raccolta e di trasporto dei rifiuti in forma ambulante può essere legittimamente esercitata solo previo conseguimento di detto titolo abilitativo, e limitatamente ai rifiuti compresi nell’attività autorizzata; in caso contrario, in assenza di siffatta abilitazione, è configurabile il reato di cui all’art. 256 del D.Lgs. n. 152 del 2006.
(annulla con rinvio ordinanza n. 7/2011 TRIB. LIBERIA’ di ISERNIA, deI 13/05/2011) Pres. Mannino, Est. Rosi, Ric. PM in proc. Curt ed altro
RIFIUTI – Trasporto e recupero di rottami metallici – Commercio itinerante su aree pubbliche – Licenza comunale ed autorizzazione a fini ambientali – Differenza
Integra il reato previsto dall’
art. 256 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152, il trasporto di materiale ferroso, e di altri rifiuti speciali da parte dei titolare di una licenza comunale per il commercio itinerante su aree pubbliche o per il recupero di rottami metallici, non potendo quest’ultima valere come autorizzazione a fini ambientali la cui presenza esclude l’illiceità della condotta. Nella specie, si è in presenza di un’autorizzazione del Comune all’esercizio dell’attività di commercio nel settore non alimentare su aree pubbliche in forma itinerante, ma detta autorizzazione, comunque non può essere equiparata alle autorizzazioni a fini ambientali previste dalle norme richiamate dall’
art. 256, comma 1, del d.lgs. n. 152 del 2006, in relazione alla raccolta, trasporto, al recupero, allo smaltimento, al commercio e all’intermediazione di rifiuti (Cass. Sez. 3, Ordinanza n. 6602 del 24/11/2011, dep. 17/2/2012 Preda).
(annulla con rinvio ordinanza n. 7/2011 TRIB. LIBERIA’ di ISERNIA, deI 13/05/2011) Pres. Mannino, Est. Rosi, Ric. PM in proc. Curt ed altro
Allegato
Titolo Completo
CORTE DI CASSAZIONE PENALE, Sez. 3^, 10 luglio 2012 (Ud. 11/01/2012), Sentenza n. 27290
SENTENZA
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
TERZA SEZIONE PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. SAVERIO FELICE MANNINO – Presidente
Dott. CLAUDIA SQUASSONI – Consigliere
Dott. LUIGI MARINI – Consigliere
Dott. ELISABETTA ROSI – Consigliere Rel.
Dott. ALESSANDRO MARIA ANDRONIO – Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da PMT PRESSO TRIBUNALE DI ISERNIA nei confronti di:
1) CURT CONSTANTIN N. IL 15/02/1961 * C/
2) ZAPLAN NICUSOR N. IL 29/03/1983 * C/
avverso l’ordinanza n. 7/2011 TRIB. LIBERIA’ di ISERNIA, deI 13/05/2011
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ELISABETTA ROSI
sentite le conclusioni del PG Dott. E.D. che ha chiesto l’annullamento con rinvio
RITENUTO IN FATTO
1.
II Tribunale di Isernia, sezione riesame, nel procedimento a carico di Curt Costantin, indagato in ordine ai reati di cui agli artt. 110 c.p. e
256 del d.lgs. n. 152 del 2006, e di Zaplan Nicosur, in qualità di proprietario dell’automezzo, con ordinanza dei 13 maggio 2011, ha disposto il dissequestro dell’autocarro e dei rifiuti trasportati.
Il sequestro era stato effettuato dal Corpo forestale dello Stato e convalidato dal PM, per procedere alla corretta catalogazione dei rifiuti secondo i codici CER. Il Tribunale del riesame ha revocato il provvedimento del sequestro, ritenendo non sussistente il reato contestato, in quanto, l’
art. 266, comma 5, del d.lgs. n. 152 del 2006, esclude l’obbligo di iscrizione all’albo dei gestori ambientali per i soggetti abilitati alle attività di raccolta e trasposto dei rifiuti in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio.
2. Avverso l’ordinanza, ha proposto ricorso il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia chiedendo l’annullamento del provvedimento in quanto il presupposto della decisione censurata sarebbe erroneo poiché il Costantin ha prodotto un contratto di lavoro alle dipendenze della ditta “Licciardello Maurizio”, ditta che, secondo la certificazione storica della Camera di Commercio di Pescara, esercitava attività di raccolta e trasporto di materiale ferroso, ma l’autocarro sequestrato non apparteneva a tale ditta autorizzata, bensì al Zaplan Nicusor.
Peraltro, tanto li conducente dell’autocarro Coman Aurei, quanto il passeggero Curt Ciprian, non erano dipendenti della ditta “Licciardello Maurizio” e pertanto essi non stavano svolgendo attività di raccolta e trasporto rifiuti per conto di tale ditta, anche perché avrebbero dovuto allora utilizzare un mezzo di proprietà della predetta stessa. Doveva anche essere rilevato che dalla visura camerale risultava che la ditta “Licciardello Maurizio” era ormai inattiva e comunque la stessa non risultava abilitato alla raccolta e al trasporto dei rifiuti e quindi non poteva essere esentato dall’obbligo di iscrizione all’albo dei gestori ambientali per i soggetti abilitati alle attività di raccolta e trasposto dei rifiuti in forma ambulante: dalla visura catastale risultava infatti solo autorizzazione allo svolgimento di una attività di raccolta e trasporto di “materiale ferroso”.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Questa Corte ritiene che le censure avanzate dalla Procura della Repubblica con il ricorso sono fondate e che l’ordinanza impugnata ha proceduto ad un’erronea applicazione delle norme di legge.
Infatti, secondo l’
art. 266 del d.lgs. n. 152 del 2006, le disposizioni di cui agli
articoli 189, 190, 193 e 212 dei citato decreto non si applicano alle attività di raccolta e trasporto di rifiuti, effettuate dai soggetti abilitati allo svolgimento delle attività medesime in forma ambulante, limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio. La materia del commercio ambulante è regolata dall’art. 28 dei D. Lgs. 31.3.1998 n. 114, che impone agli ambulanti di munirsi di una specifica autorizzazione comunale, sulla base della normativa di attuazione, che ogni regione deve emanare entro un anno dalla data di pubblicazione dello stesso decreto. Di conseguenza, l’attività di raccolta e di trasporto dei rifiuti in forma ambulante può essere legittimamente esercitata solo previo conseguimento di detto titolo abilitativo, e limitatamente ai rifiuti compresi nell’attività autorizzata; in caso contrario, in assenza di siffatta abilitazione, è configurabile il reato di cui all’
art. 256 del D.Lgs. n. 152 del 2006.
Giova richiamare a tal proposito il principio enunciato da questa Corte (Sez. 3, Ordinanza n. 6602 del 24/11/2011, dep. 17/2/2012 Preda, Rv. 251978), secondo il quale “integra il reato previsto dall’
art. 256 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152, il trasporto di materiale ferroso, e di altri rifiuti speciali da parte dei titolare di una licenza comunale per il commercio itinerante su aree pubbliche o per il recupero di rottami metallici, non potendo quest’ultima valere come autorizzazione a fini ambientali la cui presenza esclude l’illiceità della condotta”. 2. Orbene, nel caso di specie, anche se esiste un’autorizzazione del Comune di Montesilvano all’esercizio dell’attività di commercio nel settore non alimentare su aree pubbliche in forma itinerante, detta autorizzazione non può essere equiparata alle autorizzazioni a fini ambientali previste dalle norme richiamate dall’
art. 256, comma 1, del d.lgs. n. 152 del 2006, in relazione alla raccolta, trasporto, al recupero, allo smaltimento, al commercio e all’intermediazione di rifiuti.
Alla luce di tali considerazioni, questa Corte ritiene che, il giudice del riesame abbia erroneamente ritenuto che il fatto non integrasse gli estremi del reato contestato.
Pertanto, l’ordinanza impugnata deve essere annullata con rinvio al Tribunale di Isernia per un nuovo esame.
P.Q.M.
Annulla l’ordinanza impugnata e rinvia al Tribunale di Isernia per un nuovo esame.
Così deciso in Roma, il 11 gennaio 2012