Argomento: Legislazione | Categoria: Diritto degli alimenti, Diritto dell'energia, Diritto venatorio e della pesca, Inquinamento atmosferico, Sostanze pericolose
| Organo emanante: Parlamento | Data: 7 Luglio 2016
Pubblicato su: Gazzetta Ufficiale | Numero Gazzetta: 158 | Supplemento:
Data pubblicazione: 8 Luglio 2016 | Numero supplemento: | Data suplemento:
Allegato:
Riassunto: Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015-2016. (GU n.158 del 8-7-2016)
Legge 7 luglio 2016, n. 122
Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015-2016.
(GU n.158 del 8-7-2016)
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:
Capo I
Disposizioni in materia di libera circolazione delle merci
Art. 1
Disposizioni in materia di qualita’ e trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini. Caso EU Pilot 4632/13/AGRI
1. Alla legge 13 gennaio 2013, n. 9, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 1, il comma 4 e’ sostituito dal seguente:
«4. L’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva originari di piu’ di uno Stato membro dell’Unione europea o di un Paese terzo, conforme all’articolo 4, paragrafo 2, lettera b), del regolamento (UE) di esecuzione n. 29/2012 della Commissione, del 13 gennaio 2012, deve essere stampata, ai sensi dei commi 2 e 3 del presente articolo, in un punto evidente in modo da essere visibile, chiaramente leggibile e indelebile. Essa non deve essere in nessun modo nascosta, oscurata, limitata o separata da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili di interferire»;
b) all’articolo 7, il comma 1 e’ sostituito dal seguente:
«1. Il termine minimo di conservazione entro il quale gli oli di oliva vergini mantengono le loro proprieta’ specifiche in adeguate condizioni di conservazione va indicato con la dicitura: “da consumarsi preferibilmente entro il” quando la data comporta l’indicazione del giorno, oppure: “da consumarsi preferibilmente entro fine” negli altri casi»;
c) all’articolo 7, comma 3, le parole: «La violazione del divieto di cui ai commi 1 e 2» sono sostituite dalle seguenti: «Il termine minimo di conservazione, di cui al comma 1, e’ indicato da parte del produttore o del confezionatore sotto la propria responsabilita’. La relativa dicitura va preceduta dall’indicazione della campagna di raccolta, qualora il 100 per cento degli oli provenga da tale raccolta. La previsione dell’indicazione della campagna di raccolta non si applica agli oli di oliva vergini prodotti ovvero commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea o in Turchia ne’ ai prodotti fabbricati in uno Stato membro dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA), aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo (SEE). La violazione delle disposizioni di cui al comma 1 e’ punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 8.000 e la confisca del prodotto. La violazione del divieto di cui al comma 2».
Art. 2
Disposizioni relative all’etichettatura del miele. Caso EU Pilot 7400/15/AGRI
1. All’articolo 3 del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 179, dopo il comma 4 e’ aggiunto il seguente:
«4-bis. Le disposizioni di cui al comma 2, lettera f), non si applicano ai mieli prodotti e confezionati in altri Stati membri nel rispetto delle definizioni e delle norme di cui alla direttiva 2001/110/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001».
Art. 3
Attuazione della rettifica della direttiva 2007/47/CE in materia di immissione in commercio dei dispositivi medici
1. All’allegato I, punto 7.4, del decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46, e successive modificazioni, le parole: «costi/benefici» sono sostituite dalle seguenti: «rischi/benefici».
2. All’allegato 1, punto 10, del decreto legislativo 14 dicembre 1992, n. 507, e successive modificazioni, le parole: «costi/benefici» sono sostituite dalle seguenti: «rischi/benefici».
Art. 4
Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1297/2014, che modifica il regolamento (CE) n. 1272/2008 in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele
1. All’articolo 8 del decreto legislativo 27 ottobre 2011, n. 186, dopo il comma 2 e’ aggiunto il seguente:
«2-bis. La sanzione amministrativa di cui al comma 2 si applica anche alla violazione delle disposizioni di cui all’articolo 1 del regolamento (UE) n. 1297/2014 della Commissione, del 5 dicembre 2014».
Capo II
Disposizioni in materia di libera prestazione dei servizi e libertà di stabilimento
Art. 5
Disposizioni relative alle Societa’ Organismi di Attestazione. Procedura di infrazione 2013/4212)
1. Le Societa’ Organismi di Attestazione disciplinate dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, e dall’articolo 84 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, devono avere una sede nel territorio della Repubblica.
2. Al comma 1 dell’articolo 64 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, le parole: «; la sede legale deve essere nel territorio della Repubblica» sono soppresse.
Art. 6
Disposizioni in materia di tassazione delle vincite da gioco. Esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea 22 ottobre 2014 nelle cause riunite C-344/13 e C-367/13. Caso EU Pilot 5571/13/TAXU
1. All’articolo 69 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, il comma 1 e’ sostituito dai seguenti:
«1. Fatte salve le disposizioni di cui al comma 1-bis, i premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma l dell’articolo 67 costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione.
1-bis. Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato o negli altri Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta».
2. Il settimo comma dell’articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e’ abrogato.
3. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, valutati in euro 3,96 milioni per l’anno 2017 e 2,32 milioni a decorrere dall’anno 2018, si provvede con quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione della disposizione recata dall’articolo 22.
4. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Capo III
Disposizioni in materia di giustizia e sicurezza
Sezione I
Art. 7
Disposizioni in materia di obbligazioni alimentari, in materia matrimoniale e in materia di responsabilita’ genitoriale. Accesso e utilizzo delle informazioni da parte dell’autorita’ centrale
1. Il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunita’ del Ministero della giustizia, designato quale autorita’ centrale a norma dell’articolo 49 del regolamento (CE) n. 4/2009 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, dell’articolo 53 del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, del 27 novembre 2003, e dell’articolo 4 della Convenzione dell’Aia del 23 novembre 2007, nello svolgimento dei suoi compiti si avvale dei servizi minorili dell’Amministrazione della giustizia. Puo’ chiedere l’assistenza degli organi della pubblica amministrazione e di tutti gli enti i cui scopi corrispondono alle funzioni che gli derivano dalle convenzioni e dai regolamenti. Puo’ accedere tramite tali organi ed enti alle informazioni contenute nelle banche dati in uso nell’ambito dell’esercizio delle loro attivita’ istituzionali. Resta ferma la disciplina vigente in materia di accesso ai dati e alle informazioni conservati negli archivi automatizzati del Centro elaborazione dati istituito presso il Ministero dell’interno, prevista dall’articolo 9 della legge 1° aprile 1981, n. 121.
2. Le informazioni sulla situazione economica e patrimoniale dei soggetti interessati di cui al comma 1 sono trasmesse all’ufficiale giudiziario previa autorizzazione dell’autorita’
giudiziaria competente ai sensi dell’articolo 492-bis del codice di procedura civile.
Art. 8
Disposizioni in materia di titolo esecutivo europeo
1. L’autorita’ che ha formato l’atto pubblico e’ competente al rilascio di ogni attestato, estratto e certificato richiesto per l’esecuzione forzata dell’atto stesso negli Stati membri dell’Unione europea.
2. In ogni caso in cui l’autorita’ che ha formato l’atto pubblico sia stata soppressa o sostituita, provvede l’autorita’ nominata in sua vece o che sia tenuta alla conservazione dei suoi atti e al rilascio delle loro copie, estratti e certificati.
Art. 9
Norme di adeguamento per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato nelle cause transfrontaliere in materia di obbligazioni alimentari e sottrazione internazionale di minori
1. Per le domande presentate ai sensi del capo III della Convenzione dell’Aia del 23 novembre 2007, il patrocinio a spese dello Stato e’ concesso conformemente al decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 116, fatte salve le disposizioni di maggior favore di cui agli articoli 14, 15, 16 e 17 della Convenzione predetta.
2. Il patrocinio a spese dello Stato e’ riconosciuto per tutte le domande presentate ai sensi della Convenzione sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, aperta alla firma all’Aia il 25 ottobre 1980, di cui alla legge 15 gennaio 1994, n. 64, tramite l’autorita’ centrale.
3. Le domande di ammissione al patrocinio a spese dello Stato presentate, tramite autorita’ centrale, ai sensi dell’articolo 56, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (CE) n. 4/2009 e dell’articolo 10, paragrafo 1, lettera a), della Convenzione dell’Aia del 23 novembre 2007, sono proposte al consiglio dell’ordine degli avvocati del luogo di esecuzione.
4. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, valutati in euro 189.200 annui a decorrere dall’anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo per il recepimento della normativa europea di cui all’articolo 41-bis della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Ai sensi dell’articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministro della giustizia provvede al monitoraggio degli oneri di cui al primo periodo e riferisce in merito al Ministro dell’economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al presente comma, il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro della giustizia, provvede, con proprio decreto, alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall’attivita’ di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie rimodulabili di parte corrente di cui all’articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nell’ambito del programma «Giustizia civile e penale» della missione «Giustizia» dello stato di previsione del Ministero della giustizia.
5. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 10
Permesso di soggiorno individuale per minori stranieri
1. Al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 31, il comma 1 e’ sostituito dal seguente:
«1. Il figlio minore dello straniero con questo convivente e regolarmente soggiornante segue la condizione giuridica del genitore con il quale convive ovvero la piu’ favorevole tra quelle dei genitori con cui convive. Il minore che risulta affidato ai sensi dell’articolo 4 della legge 4 maggio 1983, n. 184, segue la condizione giuridica dello straniero al quale e’ affidato, se piu’ favorevole. Al minore e’ rilasciato un permesso di soggiorno per motivi familiari valido fino al compimento della maggiore eta’ ovvero un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo ai sensi dell’articolo 9. L’assenza occasionale e temporanea dal territorio dello Stato non esclude il requisito della convivenza»;
b) all’articolo 31, il comma 2 e’ abrogato;
c) all’articolo 32, comma 1, le parole: «le disposizioni di cui all’articolo 31, commi 1 e 2,» sono sostituite dalle seguenti: «le disposizioni di cui all’articolo 31, comma 1,».
2. All’articolo 28, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni, le parole: «, salvo l’iscrizione del minore degli anni quattordici nel permesso di soggiorno del genitore o dell’affidatario stranieri regolarmente soggiornanti in Italia» sono soppresse.
3. Al minore di anni quattordici, gia’ iscritto nel permesso di soggiorno del genitore o dell’affidatario alla data di entrata in vigore della presente legge, il permesso di soggiorno di cui all’articolo 31, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, come sostituito dal comma 1, lettera a), del presente articolo, e’ rilasciato al momento del rinnovo del permesso di soggiorno del genitore o dell’affidatario.
4. Per il rimborso dei costi di produzione sostenuti dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a. nel periodo di sperimentazione del permesso di soggiorno elettronico rilasciato ai soggetti di cui al comma 3, decorrente dal dicembre 2013 fino alla data di entrata in vigore della presente legge, e’ autorizzata la spesa di 3,3 milioni di euro per l’anno 2016. Al predetto onere si fa fronte mediante corrispondente riduzione della dotazione del fondo per il recepimento della normativa europea di cui all’articolo 41-bis della legge 24 dicembre 2012, n. 234.
Sezione II
Art. 11
Diritto all’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti, in attuazione della direttiva 2004/80/CE. Procedura di infrazione 2011/4147
1. Fatte salve le provvidenze in favore delle vittime di determinati reati previste da altre disposizioni di legge, se piu’ favorevoli, e’ riconosciuto il diritto all’indennizzo a carico dello Stato alla vittima di un reato doloso commesso con violenza alla persona e comunque del reato di cui all’articolo 603-bis del codice penale, ad eccezione dei reati di cui agli articoli 581 e 582, salvo che ricorrano le circostanze aggravanti previste dall’articolo 583 del codice penale.
2. L’indennizzo e’ elargito per la rifusione delle spese mediche e assistenziali, salvo che per i fatti di violenza sessuale e di omicidio, in favore delle cui vittime, ovvero degli aventi diritto, l’indennizzo e’ comunque elargito anche in assenza di spese mediche e assistenziali.
3. Con decreto del Ministro dell’interno e del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinati gli importi dell’indennizzo, comunque nei limiti delle disponibilita’ del Fondo di cui all’articolo 14, assicurando un maggior ristoro alle vittime dei reati di violenza sessuale e di omicidio.
Art. 12
Condizioni per l’accesso all’indennizzo
1. L’indennizzo e’ corrisposto alle seguenti condizioni:
a) che la vittima sia titolare di un reddito annuo, risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore a quello previsto per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato;
b) che la vittima abbia gia’ esperito infruttuosamente l’azione esecutiva nei confronti dell’autore del reato per ottenere il risarcimento del danno dal soggetto obbligato in forza di sentenza di condanna irrevocabile o di una condanna a titolo di provvisionale, salvo che l’autore del reato sia rimasto ignoto;
c) che la vittima non abbia concorso, anche colposamente, alla commissione del reato ovvero di reati connessi al medesimo, ai sensi dell’art. 12 del codice di procedura penale;
d) che la vittima non sia stata condannata con sentenza definitiva ovvero, alla data di presentazione della domanda, non sia sottoposta a procedimento penale per uno dei reati di cui all’art. 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale e per reati commessi in violazione delle norme per la repressione dell’evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto;
e) che la vittima non abbia percepito, per lo stesso fatto, somme erogate a qualunque titolo da soggetti pubblici o privati.
Art. 13
Domanda di indennizzo
1. La domanda di indennizzo e’ presentata dall’interessato, o dagli aventi diritto in caso di morte della vittima del reato, personalmente o a mezzo di procuratore speciale e, a pena di inammissibilita’, deve essere corredata dei seguenti atti e documenti:
a) copia della sentenza di condanna per uno dei reati di cui all’articolo 11 ovvero del provvedimento decisorio che definisce il giudizio per essere rimasto ignoto l’autore del reato;
b) documentazione attestante l’infruttuoso esperimento dell’azione esecutiva per il risarcimento del danno nei confronti dell’autore del reato;
c) dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorieta’, ai sensi dell’articolo 46 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, sull’assenza delle condizioni ostative di cui all’articolo 12, comma 1, lettere d) ed e);
d) certificazione medica attestante le spese sostenute per prestazioni sanitarie oppure certificato di morte della vittima del reato.
2. La domanda deve essere presentata nel termine di sessanta giorni dalla decisione che ha definito il giudizio per essere ignoto l’autore del reato o dall’ultimo atto dell’azione esecutiva infruttuosamente esperita.
Art. 14
Fondo per l’indennizzo in favore delle vittime
1. Il Fondo di rotazione per la solidarieta’ alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura e’ destinato anche all’indennizzo delle vittime dei reati previsti dall’articolo 11 e assume la denominazione di «Fondo di rotazione per la solidarieta’ alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti».
2. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 febbraio 2014, n. 60, il Fondo e’ altresi’ alimentato da un contributo annuale dello Stato pari a 2.600.000 euro a decorrere dall’anno 2016.
3. Il Fondo e’ surrogato, quanto alle somme corrisposte a titolo di indennizzo agli aventi diritto, nei diritti della parte civile o dell’attore verso il soggetto condannato al risarcimento del danno.
4. In caso di disponibilita’ finanziarie insufficienti nell’anno di riferimento a soddisfare gli aventi diritto, e’ possibile per gli stessi un accesso al Fondo in quota proporzionale e l’integrazione delle somme non percepite dal Fondo medesimo negli anni successivi, senza interessi, rivalutazioni ed oneri aggiuntivi.
5. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni del titolo II del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 febbraio 2014, n. 60. Con regolamento da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono apportate le necessarie modifiche al citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 60 del 2014.
Art. 15
Modifiche alle leggi 22 dicembre 1999, n. 512, e 23 febbraio 1999, n. 44
1. Alla legge 22 dicembre 1999, n. 512, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 3, nella rubrica e al comma 1, primo periodo, dopo la parola: «mafioso» sono aggiunte le seguenti: «e dei reati intenzionali violenti»;
b) all’articolo 3, comma 1, lettera b), le parole: «da un rappresentante del Ministero di grazia e giustizia» sono sostituite dalle seguenti: «da due rappresentanti del Ministero della giustizia»;
c) all’articolo 4, comma 3, dopo le parole: «e successive modificazioni» sono aggiunte le seguenti: «, ovvero quando risultano escluse le condizioni di cui all’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 20 ottobre 1990, n. 302».
2. All’articolo 19, comma 1, della legge 23 febbraio 1999, n. 44, dopo la lettera b) e’ inserita la seguente:
«b-bis) da un rappresentante del Ministero della giustizia».
3. La disposizione di cui al comma 1, lettera c), si applica alle istanze non ancora definite alla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 16
Disposizioni finanziarie
1. All’articolo 1, comma 425, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e successive modificazioni, la parola: «2.000» e’ sostituita dalla seguente: «1.943» e le parole: «1.000 nel corso dell’anno 2016» sono sostituite dalle seguenti: «943 nel corso dell’anno 2016».
2. All’articolo 22, comma 1, alinea, del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, la parola: «49.200.000» e’ sostituita dalla seguente: «46.578.000», la parola: «94.200.000» e’ sostituita dalla seguente: «91.578.000» e la parola: «93.200.000» e’ sostituita dalla seguente: «90.578.000».
3. All’articolo 22, comma 1, lettera b), del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, le parole: «46.000.000 di euro» sono sostituite dalle seguenti: «43.378.000 euro» e le parole: «92.000.000 di euro» sono sostituite dalle seguenti: «89.378.000 euro».
4. Per l’attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 14 e’ autorizzata la spesa di euro 2.600.000 a decorrere dall’anno 2016, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo l, comma 96, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
5. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Capo IV
Disposizioni in materia di trasporti
Art. 17
Iscrizione nel Registro internazionale italiano di navi in regime di temporanea dismissione di bandiera comunitaria
1. All’articolo 1, comma 2, lettera c), del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, dopo le parole: «appartengono a soggetti» sono inserite le seguenti: «comunitari o» e le parole: «registro straniero non comunitario» sono sostituite dalle seguenti: «registro comunitario o non comunitario».
Art. 18
Disposizioni sanzionatorie per i gestori delle infrastrutture, per le imprese ferroviarie e per gli operatori del settore nei casi di inosservanza delle norme e delle raccomandazioni dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie
1. Le inosservanze da parte degli operatori ferroviari delle disposizioni adottate dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF) in materia di sicurezza ferroviaria sono punite con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 20.000 qualora:
a) riguardino la gestione della circolazione ferroviaria, il funzionamento e la manutenzione degli elementi del sistema ferroviario;
b) riguardino i requisiti e la qualificazione del personale impiegato in attivita’ di sicurezza della circolazione ferroviaria;
c) riguardino i certificati e le autorizzazioni di sicurezza rilasciati a norma degli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 10 agosto 2007, n. 162.
2. Le inosservanze da parte degli operatori ferroviari degli obblighi di fornire all’ANSF assistenza tecnica, informazioni o documentazione sono punite con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 4.000.
3. L’accertamento delle violazioni e l’irrogazione delle relative sanzioni sono effettuati dall’ANSF, secondo le disposizioni di cui al capo I, sezioni I e II, della legge 24 novembre 1981, n. 689, in quanto applicabili. L’ANSF e il Ministero dell’interno – Dipartimento della pubblica sicurezza possono stipulare una convenzione per le attivita’ di accertamento delle violazioni e di irrogazione delle relative sanzioni. Qualora il comportamento sanzionabile arrechi pregiudizio alla sicurezza del sistema ferroviario, l’ANSF puo’ adottare le misure cautelari della sospensione totale o parziale dell’efficacia del titolo, o inibire la circolazione dei veicoli o l’utilizzo del personale sino alla cessazione delle condizioni che hanno comportato l’applicazione della misura stessa.
4. Senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali previste a legislazione vigente, il personale dell’ANSF incaricato dalla stessa di espletare gli accertamenti previsti assume nell’esercizio di tali funzioni la qualifica di pubblico ufficiale.
5. Per le procedure conseguenti all’accertamento delle violazioni, le impugnazioni e la tutela giurisdizionale si applicano le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689. A tale fine il direttore dell’ANSF nomina un dirigente competente ad irrogare le sanzioni. Avverso l’accertamento e’ ammesso il ricorso al direttore dell’ANSF entro trenta giorni dalla contestazione o dalla notifica del provvedimento sanzionatorio.
6. La riscossione delle sanzioni e’ effettuata ai sensi dell’articolo 27 della legge 24 novembre 1981, n. 689.
7. I proventi delle sanzioni sono devoluti allo Stato.
Capo V
Disposizioni in materia di fiscalità, dogane e aiuti di Stato
Art. 19
Disposizioni relative alla tassazione dei veicoli di studenti europei in Italia. Caso EU Pilot 7192/14/TAXU
1. Al testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio 1953, n. 39, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 8:
1) al quinto comma e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Tale disposizione non trova applicazione per i veicoli immatricolati in uno Stato membro dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo con il quale sussiste un adeguato scambio di informazioni»;
2) e’ aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Il veicolo da turismo, come definito dall’articolo 2, lettera b), della direttiva 83/182/CEE del Consiglio, del 28 marzo 1983, immatricolato nello Stato membro dell’Unione europea o nello Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo con il quale sussiste un adeguato scambio di informazioni, in cui risiede normalmente uno studente che lo utilizza nel territorio italiano, e’ esente dal pagamento della tassa automobilistica per l’intero periodo del corso di studi svolto in Italia»;
b) all’articolo 18, le parole: «, a condizione di reciprocita’ di trattamento,» sono soppresse ed e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «L’esenzione trimestrale e’ subordinata alla sussistenza della reciprocita’ di trattamento da parte del Paese terzo non appartenente all’Unione europea o non aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo con il quale sussiste un adeguato scambio di informazioni».
Art. 20
Esenzioni a favore dei veicoli per il trasporto di merci temporaneamente importate dall’Albania in esecuzione dell’accordo di stabilizzazione e di associazione con l’Unione europea
1. Alla legge 7 gennaio 2008, n. 10, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo l’ articolo 2 e’ inserito il seguente:
«Art. 2-bis (Adattamento dell’ordinamento interno). – 1. In esecuzione dell’articolo 59 dell’Accordo di cui all’articolo 1 e dell’articolo 13 del protocollo n. 5 all’Accordo, con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze da adottare ai sensi dell’articolo 2 della legge 12 dicembre 1973, n. 820, e dell’articolo 2 della legge 28 dicembre 1959, n. 1146, sono concesse le esenzioni, rispettivamente, dalle tasse automobilistiche e dal diritto fisso istituito dalla legge 28 dicembre 1959, n. 1146, a trattori stradali, autocarri e relativi rimorchi adibiti a trasporti internazionali di cose, importati temporaneamente dalla Repubblica di Albania e appartenenti a persone ivi stabilmente residenti»;
b) all’articolo 3, dopo il somma 1 e’ inserito il seguente:
«1-bis. Agli oneri recati dall’articolo 2-bis, valutati in euro 3.398.072,52 annui a decorrere dall’anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».
2. I decreti previsti dall’articolo 2-bis della legge n. 10 del 2008, introdotto dal comma 1 del presente articolo, sono adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 21
Modifiche alle aliquote IVA applicabili al basilico, al rosmarino e alla salvia freschi destinati all’alimentazione. Caso EU Pilot 7292/15/TAXU
1. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla tabella A, parte II, il numero 12-bis) e’ abrogato;
b) alla tabella A, parte II-bis, dopo il numero 1) e’ aggiunto il seguente:
«1-bis) basilico, rosmarino e salvia, freschi, origano a rametti o sgranato, destinati all’alimentazione; piante allo stato vegetativo di basilico, rosmarino e salvia (v. d. ex 12.07)»;
c) alla tabella A, parte III, il numero 38-bis) e’ abrogato.
2. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, valutati in 135.000 euro a decorrere dall’anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo per il recepimento della normativa europea di cui all’articolo 41-bis della legge 24 dicembre 2012, n. 234.
Art. 22
Modifiche all’aliquota IVA applicabile ai preparati per risotto. Caso EU Pilot 7293/15/TAXU
1. Al numero 9) della tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n, 633, le parole: «, ex 21.07.02» sono soppresse.
Art. 23
Disposizioni in materia di consorzi agrari. Procedura di cooperazione n. 11/2010 per aiuti di Stato esistenti ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (CE) n. 659/1999
1. All’articolo 1, comma 460, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, dopo la lettera b) e’ inserita la seguente:
«b.1) per la quota del 50 per cento degli utili netti annuali dei consorzi agrari di cui all’articolo 9 della legge 23 luglio 2009, n. 99;».
2. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014.
Art. 24
Modifiche al regime di determinazione della base imponibile per alcune imprese marittime. Decisione C (2015) 2457 del 13 aprile 2015. Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di incentivi in favore delle imprese marittime
1. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 157, comma 5, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e, comunque, non prima del quinto periodo d’imposta successivo a quello in cui e’ venuta meno l’opzione di cui all’articolo l55»;
b) all’articolo 158:
1) al comma 1, le parole da: «; tuttavia,» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «. Tuttavia, qualora la cessione abbia ad oggetto un’unita’ gia’ in
proprieta’ dell’utilizzatore in un periodo d’imposta precedente a quello nel quale e’ esercitata l’opzione per l’applicazione del presente regime, all’imponibile determinato ai sensi dell’articolo 156 deve essere aggiunto un ammontare pari al minore importo tra la plusvalenza latente, data dalla differenza tra il valore normale della nave e il costo non ammortizzato della stessa rilevati nell’ultimo giorno dell’esercizio precedente a quello in cui l’opzione e’ esercitata, e la plusvalenza realizzata ai sensi dell’articolo 86, e, comunque, non inferiore alla plusvalenza latente diminuita dei redditi relativi alla nave oggetto di cessione determinati ai sensi del presente capo in ciascun periodo d’imposta di efficacia dell’opzione fino a concorrenza della stessa plusvalenza latente. Ai fini della determinazione della plusvalenza realizzata ai sensi dell’articolo 86, il costo non ammortizzato e’ determinato secondo i valori fiscali individuati sulla base delle disposizioni vigenti in assenza dell’esercizio dell’opzione di cui all’articolo 155»;
2) al comma 2, le parole: «la differenza di cui al comma precedente e’ aggiunta» sono sostituite dalle seguenti: «l’importo determinato ai sensi del comma 1, secondo periodo, e’ aggiunto».
2. La disposizione di cui al comma 1, lettera a), si applica per le cause di decadenza verificatesi a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Le disposizioni di cui al comma 1, lettera b), si applicano con riferimento alle opzioni esercitate a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge; a tale fine non rilevano i rinnovi delle opzioni esercitate nei periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.
4. Per i rinnovi delle opzioni esercitate nei periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, nel caso di cessione di navi gia’ in proprieta’ dell’utilizzatore in un periodo d’imposta in cui lo stesso non applicava le disposizioni del capo VI del titolo II del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, all’imponibile determinato secondo le disposizioni dell’articolo 156 del medesimo testo unico deve essere aggiunta la plusvalenza determinata ai sensi dell’articolo 158, comma 1, terzo periodo. Le disposizioni del presente comma si applicano anche alle cessioni di navi che costituiscono un complesso aziendale ai sensi dell’articolo 158, comma 3, del medesimo testo unico delle imposte sui redditi.
5. Per le opzioni esercitate nei periodi d’imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, si applicano le disposizioni dell’articolo 158 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge.
6. L’articolo 157, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non si applica nel caso in cui l’omesso versamento dell’importo annuo ai sensi dell’articolo 7, comma 3, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 23 giugno 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio 2005, e’ inferiore al 10 per cento di quanto dovuto e, in ogni caso, non superiore all’importo di euro 10.000. Sull’importo dell’omesso versamento si applica la sanzione del 50 per cento.
7. E’ in ogni caso possibile regolarizzare l’omesso versamento, totale o parziale, dell’importo annuo ai sensi dell’articolo 7, comma 3, del citato decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 23 giugno 2005, sempre che la violazione non sia stata gia’ constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attivita’ amministrative di accertamento, entro un anno dal termine fissato dall’articolo 2, comma 2, del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 17 dicembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2009. Sull’importo del versamento omesso si applica la sanzione del 20 per cento. Il pagamento della sanzione deve essere eseguito contestualmente alla regolarizzazione del versamento dovuto, nonche’ al pagamento degli interessi moratori calcolati al tasso legale con maturazione giorno per giorno.
8. Le modalita’ di attuazione delle disposizioni di cui ai commi 6 e 7 sono definite, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
9. Le disposizioni di cui ai commi da 6 a 8 si applicano ai versamenti dovuti a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge.
10. Gli omessi o tardivi versamenti risultanti alla data di entrata in vigore della presente legge possono essere regolarizzati entro novanta giorni dalla medesima data con le modalita’ definite ai sensi del comma 8.
11. Il Governo e’ delegato ad adottare, entro il 31 luglio 2016, un decreto legislativo recante il riordino delle disposizioni legislative vigenti in materia di incentivi fiscali, previdenziali e contributivi in favore delle imprese marittime finalizzato alla definizione di un sistema maggiormente competitivo che incentivi gli investimenti nel settore marittimo e favorisca la crescita dell’occupazione e la salvaguardia della flotta nazionale.
12. Fermo restando il rispetto dei principi fondamentali dell’Unione europea e, in particolare, delle disposizioni sugli aiuti di Stato e sulla concorrenza, il decreto legislativo di cui al comma 11 e’ adottato nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) semplificazione e accelerazione dei procedimenti amministrativi per l’accesso e la fruizione dei benefici fiscali da parte delle imprese e dei lavoratori di settore;
b) per quanto attiene alle navi traghetto ro-ro e ro-ro/pax adibite a traffici commerciali tra porti appartenenti al territorio nazionale, continentale e insulare, anche a seguito o in precedenza di un viaggio proveniente da o diretto verso un altro Stato, attribuzione dei benefici fiscali e degli sgravi contributivi di cui agli articoli 4 e 6 del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, ed all’articolo 157 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, alle sole imprese che imbarcano sulle stesse esclusivamente personale italiano o comunitario;
c) semplificazione e riordino della normativa di settore, assicurandone la coerenza logica e sistematica.
13. Il decreto legislativo di cui al comma 11 e’ adottato su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti anche per i profili finanziari, da esprimere entro trenta giorni dalla data di trasmissione del relativo schema, decorsi i quali il decreto legislativo puo’ essere comunque emanato. Qualora il termine per l’espressione dei pareri parlamentari di cui al presente comma scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine di cui al comma 11 o successivamente, quest’ultimo e’ prorogato di tre mesi.
14. Entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 11, il Governo puo’ adottare disposizioni integrative e correttive del medesimo decreto legislativo nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 12 e con la procedura di cui al comma 13.
15. Dall’attuazione della delega di cui al comma 11 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di rispettiva competenza con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In conformita’ all’articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, qualora il decreto legislativo di cui al comma 11 determini nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, il decreto stesso e’ emanato solo successivamente o contestualmente alla data di entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.
Art. 25
Attuazione della decisione 2009/917/GAI del Consiglio, del 30 novembre 2009, sull’uso dell’informatica nel settore doganale
1. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ai sensi dell’articolo 10 della decisione 2009/917/GAI del Consiglio, del 30 novembre 2009, sull’uso dell’informatica nel settore doganale, e’ l’amministrazione doganale competente, responsabile a livello nazionale del sistema informativo doganale.
2. L’accesso diretto ai dati inseriti nel sistema informativo doganale e’ riservato, ai sensi dell’articolo 7 della decisione 2009/917/GAI, all’Agenzia delle dogane e dei monopoli in qualita’ di amministrazione doganale responsabile a livello nazionale, nonche’ al Corpo della guardia di finanza, in qualita’ di forza di polizia economica e finanziaria a norma del decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68.
Art. 26
Disposizioni di attuazione della direttiva 2014/86/UE e della direttiva (UE) 2015/121 concernenti il regime fiscale comune applicabile alle societa’ madri e figlie di Stati membri diversi. Procedura di infrazione 2016/0106
1. All’articolo 89 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti:
«3-bis. L’esclusione di cui al comma 2 si applica anche:
a) alle remunerazioni sui titoli, strumenti finanziari e contratti indicati dall’articolo 109, comma 9, lettere a) e b), limitatamente al 95 per cento della quota di esse non deducibile ai sensi dello stesso articolo 109;
b) alle remunerazioni delle partecipazioni al capitale o al patrimonio e a quelle dei titoli e degli strumenti finanziari di cui all’articolo 44, provenienti dai soggetti che hanno i requisiti individuati nel comma 3-ter del presente articolo, limitatamente al 95 per cento della quota di esse non deducibile nella determinazione del reddito del soggetto erogante.
3-ter. La disposizione di cui alla lettera b) del comma 3-bis si applica limitatamente alle remunerazioni provenienti da una societa’ che riveste una delle forme previste dall’allegato I, parte A, della direttiva 2011/96/UE del Consiglio, del 30 novembre 2011, nella quale e’ detenuta una partecipazione diretta nel capitale non inferiore al 10 per cento, ininterrottamente per almeno un anno, e che:
a) risiede ai fini fiscali in uno Stato membro dell’Unione europea, senza essere considerata, ai sensi di una convenzione in materia di doppia imposizione sui redditi con uno Stato terzo, residente al di fuori dell’Unione europea;
b) e’ soggetta, nello Stato di residenza, senza possibilita’ di fruire di regimi di opzione o di esonero che non siano territorialmente o temporalmente limitati, a una delle imposte elencate nell’allegato I, parte B, della citata direttiva o a qualsiasi altra imposta che sostituisca una delle imposte indicate».
2. All’articolo 27-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1-bis e’ sostituito dal seguente:
«1-bis. La disposizione del comma l si applica altresi’ alle remunerazioni di cui all’articolo 89, comma 3-bis, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in misura corrispondente alla quota non deducibile nella determinazione del reddito della societa’ erogante, sempreche’ la remunerazione sia erogata a societa’ con i requisiti indicati nel comma 1»;
b) il comma 5 e’ sostituito dal seguente:
«5. La direttiva (UE) 2015/121 del Consiglio, del 27 gennaio 2015, e’ attuata dall’ordinamento nazionale mediante l’applicazione dell’articolo 10-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212».
3. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano alle remunerazioni corrisposte dal 1° gennaio 2016.
Art. 27
Modifiche alla legge 16 marzo 2001, n. 88, in materia di investimenti nelle imprese marittime. Procedura aiuti di Stato n. SA 38919
1. Gli articoli 2 e 3 della legge 16 marzo 2001, n. 88, sono abrogati.
Art. 28
Attuazione della direttiva (UE) 2015/2060 del Consiglio, del 10 novembre 2015, che abroga la direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi
1. Il decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84, di attuazione della direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, e’ abrogato a decorrere dal 1° gennaio 2016.
2. Gli obblighi previsti dall’articolo 1, commi 1 e 3, del decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84, continuano ad applicarsi fino al 30 aprile 2016.
3. Le disposizioni dell’articolo 6 del decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84, continuano ad applicarsi per le informazioni relative all’anno 2015.
4. Le comunicazioni di informazioni relative ai pagamenti di interessi effettuati nell’anno 2015 devono essere effettuate entro il 30 giugno 2016, ai sensi dell’articolo 7 del decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84.
5. Gli obblighi di rilascio dei certificati di cui all’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84, si applicano fino al 31 dicembre 2016.
6. Le disposizioni dell’articolo 10 del decreto legislativo 18 aprile 2005, n. 84, continuano ad applicarsi con riguardo alla ritenuta alla fonte applicata nel 2016 e negli anni precedenti.
Art. 29
Modifiche al trattamento fiscale delle attivita’ di raccolta dei tartufi. Caso EU Pilot 8123/15/TAXU
1. All’articolo 1, comma 109, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il primo e il secondo periodo sono soppressi;
b) al terzo periodo, le parole: «dilettante od» sono soppresse.
2. Dopo l’articolo 25-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e’ inserito il seguente:
«Art. 25-quater (Ritenuta sui compensi corrisposti ai raccoglitori occasionali di tartufi). – 1. I soggetti indicati nel primo comma dell’articolo 23 applicano ai compensi corrisposti ai raccoglitori occasionali di tartufi non identificati ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, in relazione alle cessioni di tartufi, una ritenuta a titolo d’imposta, con obbligo di rivalsa. La suddetta ritenuta si applica all’aliquota fissata dall’articolo 11 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, per il primo scaglione di reddito ed e’ commisurata all’ammontare dei corrispettivi pagati ridotto del 22 per cento a titolo di deduzione forfetaria delle spese di produzione del reddito».
3. Alla tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo il numero 20) e’ inserito il seguente:
«20-bis) tartufi freschi, refrigerati o presentati immersi in acqua salata, solforata o addizionata di altre sostanze atte ad assicurarne temporaneamente la conservazione, ma non specialmente preparati per il consumo immediato»;
b) al numero 21), le parole: «, esclusi i tartufi,» sono soppresse;
c) al numero 70), le parole: «(esclusi i tartufi)» sono soppresse.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano alle operazioni effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2017.
5. Alle minori entrate derivanti dal presente articolo, valutate in 2.660.000 euro per l’anno 2017, in 1.960.000 euro per l’anno 2018 e in 2.200.000 euro a decorrere dall’anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo per il recepimento della normativa europea, di cui all’articolo 41-bis della legge 24 dicembre 2012, n. 234.
Capo VI
Disposizioni in materia di occupazione
Art. 30
Disposizioni in materia di diritti dei lavoratori a seguito di subentro di un nuovo appaltatore. Caso EU Pilot 7622/15/EMPL
1. All’articolo 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, il comma 3 e’ sostituito dal seguente:
«3. L’acquisizione del personale gia’ impiegato nell’appalto a seguito di subentro di nuovo appaltatore dotato di propria struttura organizzativa e operativa, in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro o di clausola del contratto d’appalto, ove siano presenti elementi di discontinuita’ che determinano una specifica identita’ di impresa, non costituisce trasferimento d’azienda o di parte d’azienda».
Capo VII
Disposizioni in materia di tutela dell’ambiente
Art. 31
Disposizioni relative alla protezione della fauna selvatica omeoterma e al prelievo venatorio. Caso EU Pilot 6955/14/ENVI
1. All’articolo 12 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, dopo il comma 12 e’ aggiunto il seguente:
«12-bis. La fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta deve essere annotata sul tesserino venatorio di cui al comma 12 subito dopo l’abbattimento».
Art. 32
Disposizioni relative allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio. Caso EU-Pilot 7334/15/CLIM
1. Al decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 162, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 14:
1) al comma 1, dopo la lettera g) e’ aggiunta la seguente:
«g-bis) in caso di piu’ siti di stoccaggio nella stessa unita’ idraulica, le potenziali interazioni di pressione siano tali che tutti i siti rispettino simultaneamente le prescrizioni del presente decreto»;
2) dopo il comma 1 e’ inserito il seguente:
«1-bis. Per ciascuna unita’ idraulica puo’ essere rilasciata un’unica autorizzazione»;
b) all’articolo 17, dopo il comma 2 e’ inserito il seguente:
«2-bis. Il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la regione territorialmente interessata, anche su parere del Comitato, riesamina ed eventualmente aggiorna l’autorizzazione allo stoccaggio nei seguenti casi:
a) qualora risulti necessario in base ai piu’ recenti risultati scientifici e progressi tecnologici;
b) fatte salve le disposizioni di cui alla lettera a) del presente comma e alle lettere da a) a d) del comma 3, cinque anni dopo il rilascio dell’autorizzazione e, in seguito, ogni dieci anni»;
c) all’articolo 21, comma 6, e’ aggiunto, in fine, seguente periodo: «Dette ispezioni riguardano le strutture di iniezione e monitoraggio e tutta la serie di effetti significativi del complesso di stoccaggio sull’ambiente e sulla salute umana».
Capo VIII
Disposizioni in materia di energia
Art. 33
Disposizioni per la corretta attuazione del terzo pacchetto energia. Procedura di infrazione 2014/2286)
1. Al decreto legislativo 1° giugno 2011, n. 93, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3 dell’articolo 37 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «non appartenenti all’Unione europea»;
b) all’articolo 39, dopo il comma 3 e’ inserito il seguente:
«3-bis. Le imprese che realizzano a proprio carico nuove linee elettriche di interconnessione con i sistemi elettrici di altri Stati membri, ai sensi del presente articolo, sono designate quali gestori di sistemi di trasmissione unicamente a seguito della loro certificazione da parte dell’Autorita’ per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico secondo le procedure di cui all’articolo 10 o all’articolo 11 della direttiva 2009/72/CE e all’articolo 3 del regolamento (CE) n. 714/2009, fatte salve le temporanee esenzioni eventualmente riconosciute dalle autorita’ competenti ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (CE) n. 714/2009. Resta fermo l’obbligo per tali imprese di rispettare tutte le condizioni affinche’ il gestore del sistema elettrico di trasmissione nazionale possa effettuare la gestione in sicurezza di tutte le porzioni della rete elettrica di trasmissione nazionale, ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e successive modificazioni. Analogo obbligo vale nei confronti del gestore del sistema elettrico nazionale dello Stato membro confinante interessato dalla interconnessione»;
c) all’articolo 45, comma 1:
1) alla lettera a), le parole: «articoli 13, 14, 15, 16 del regolamento CE n. 714/2009» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 13, 14, 15, 16 e 20 e allegato I del regolamento (CE) n. 714/2009»;
2) alla lettera b), le parole: «articoli 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 22 del regolamento CE n. 715/2009» sono sostituite dalle seguenti: «articoli 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 e 22 e allegato I del regolamento (CE) n. 715/2009».
2. All’articolo 22 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, la parola: «vulnerabili» e’ sostituita dalla seguente: «protetti»;
b) dopo il comma 2 e’ inserito il seguente:
«2-bis. Sono considerati clienti vulnerabili ai sensi della direttiva 2009/73/CE i clienti domestici di cui all’articolo 1, comma 375, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, come individuati dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 18 febbraio 2008. Per essi vige l’obbligo di assicurare, col piu’ alto livello di sicurezza possibile, le forniture di gas naturale anche in zone isolate, in momenti critici o in situazioni di emergenza del sistema del gas naturale».
Capo IX
Altre disposizioni
Art. 34
Modifiche all’articolo 19 della legge 24 dicembre 2012, n. 234
1. All’articolo 19 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ai commi l e 4, le parole: «direttore della Segreteria del CIAE di cui all’articolo 2, comma 9» sono sostituite dalle seguenti: «Segretario del CIAE di cui all’articolo 2, comma 9-bis»;
b) al comma 5, le parole: «responsabile della Segreteria del CIAE di cui all’articolo 2, comma 9» sono sostituite dalle seguenti: «Segretario del CIAE di cui all’articolo 2, comma 9-bis».
Art. 35
Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 234, in materia di aiuti di Stato
1. All’articolo 45 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 1 e’ sostituito dai seguenti:
«1. Le amministrazioni centrali e territoriali che intendono concedere aiuti di Stato soggetti a previa notifica, ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, predispongono la notifica secondo le modalita’ prescritte dalla normativa europea e la trasmettono alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee attraverso il sistema di notificazione elettronica. Il Dipartimento per le politiche europee effettua un esame della completezza della documentazione contenuta nella notifica, entro i termini stabiliti dal decreto di cui al comma 3. Il successivo inoltro alla Commissione europea e’ effettuato conformemente alla normativa europea.
1-bis. Per gli aiuti nei settori agricolo, forestale, della pesca e delle zone rurali, la completezza della documentazione contenuta nella notifica e’ verificata direttamente dall’amministrazione competente»;
b) il comma 3 e’ sostituito dal seguente:
«3. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono disciplinate, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, le modalita’ di attuazione del presente articolo».
2. All’articolo 48 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole: «adottate in data successiva alla data di entrata in vigore della presente legge,» sono soppresse;
b) il comma 2 e’ sostituito dal seguente:
«2. A seguito della notifica di una decisione di recupero di cui al comma l, entro quarantacinque giorni dalla data di notifica, il Ministro competente per materia, con proprio decreto, individua, ove necessario, i soggetti tenuti alla restituzione dell’aiuto, accerta gli importi dovuti e determina le modalita’ e i termini del pagamento. Nel caso di piu’ amministrazioni competenti, il Presidente del Consiglio dei ministri nomina, con proprio decreto, entro quindici giorni dalla data di notifica della decisione di recupero, un commissario straordinario, da individuare all’interno delle amministrazioni che hanno concesso gli aiuti oggetto della decisione di recupero o di quelle territorialmente interessate dalle misure di aiuto, e definisce le modalita’ di attuazione della decisione di recupero di cui al comma 1. Il commissario straordinario, con proprio provvedimento, individua, entro quarantacinque giorni dal decreto di nomina, i soggetti tenuti alla restituzione dell’aiuto, accerta gli importi dovuti e determina le modalita’ e i termini del pagamento. Le amministrazioni che hanno concesso l’aiuto oggetto della procedura di recupero forniscono tempestivamente al commissario straordinario, su sua richiesta, i dati e ogni altro elemento necessario alla corretta esecuzione della decisione di recupero di cui al comma 1. Al commissario straordinario non spetta alcun compenso. Il commissario straordinario svolge le attivita’ connesse all’incarico conferito con le risorse umane, finanziarie e strumentali delle amministrazioni competenti, previste a legislazione vigente. Il decreto del Ministro competente, il provvedimento del commissario straordinario e il provvedimento di cui al comma 3 costituiscono titoli esecutivi nei confronti degli obbligati»;
c) al comma 3, le parole: «il provvedimento di cui al comma 2» sono sostituite dalle seguenti: «il provvedimento per l’individuazione dei soggetti tenuti alla restituzione dell’aiuto, l’accertamento degli importi dovuti e la determinazione delle modalita’ e dei termini del pagamento».
3. Agli articoli 46, 48, 49 e 52 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le parole: «articolo 14 del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «articolo 16 del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015». All’articolo 51 della medesima legge n. 234 del 2012, le parole: «regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999» sono sostituite dalle seguenti: «regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015».
4. Le disposizioni di cui ai commi 2 e 3 del presente articolo si applicano alle decisioni di recupero notificate a decorrere dal 1° gennaio 2015.
Art. 36
Disposizioni in materia di finanziamento del Garante per la protezione dei dati personali nonche’ in materia di funzionamento dell’Arbitro per le controversie finanziarie presso la Consob
1. Al fine di assicurare il funzionamento del Garante per la protezione dei dati personali e il regolare svolgimento dei poteri di controllo ad esso affidati dalla normativa dell’Unione europea, il fondo di cui all’articolo 156, comma 10, del codice di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e’ incrementato nella misura di 12 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017. All’onere derivante dall’attuazione del presente comma si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 41-bis, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
2. Allo scopo di dare piena attuazione agli obblighi discendenti dalla direttiva 2013/11/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, nonche’ dalla normativa nazionale di recepimento, in materia di risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori, secondo cui gli Stati membri agevolano l’accesso alle relative procedure, assicurando il regolare svolgimento dei compiti affidati all’organismo di cui all’articolo 2, commi 5-bis e 5-ter, del decreto legislativo 8 ottobre 2007, n. 179, la Consob procede mediante selezione pubblica, nel limite di spesa di 625.000 euro per l’anno 2016 e di 1.250.000 euro annui a decorrere dall’anno 2017, all’assunzione, con corrispondente incremento nel limite massimo di 15 unita’ della relativa dotazione della pianta organica per mantenere elevati livelli di vigilanza, di personale che, per i titoli professionali o di servizio posseduti, risulti idoneo all’immediato svolgimento dei compiti connessi all’esigenza di cui al presente comma.
3. Agli oneri derivanti dal comma 2, pari a 625.000 euro per l’anno 2016 e a 1.250.000 euro a decorrere dall’anno 2017, si provvede mediante utilizzo delle risorse disponibili a legislazione vigente nel bilancio della Consob gia’ destinate a finalita’ assunzionali.
Art. 37
Clausola di invarianza finanziaria
1. Fatto salvo quanto previsto dagli articoli 6, 9, 10, 16, 20, 21, 29 e 36, dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi’ 7 luglio 2016
MATTARELLA
Renzi, Presidente del Consiglio dei ministri
Visto, il Guardasigilli: Orlando